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Mariapia Cimmino

Il 21 maggio 2008 è mancata Mariapia Cimmino, insegnante di lettere  dal 01.09.2002 al 16.05.2008. A lei, insieme alla collega Stefanella Xausa, la scuola ha dedicato il concorso di scrittura creativa Xausa-Cimmino.

Nel 2009, a un anno dalla sua scomparsa, si è svolta una cerimonia in suo ricordo.

Per ricordarla è stato piantato un melograno a lei dedicato.
Ecco il testo che alcuni dei suoi alunni hanno letto in quell’occasione.

Un melograno per Mariapia

Cara prof, è già passato un anno dall’ultima volta che l’abbiamo vista, eppure non è passato giorno senza che ognuno di noi pensasse a lei.

Anche la quinta è ormai trascorsa e ci avviciniamo agli esami di maturità. Speravamo tanto che fosse lei a rincuorarci e a sostenerci, col suo sorriso, i suoi colori e la sua allegria, ma siamo sicuri che sarà comunque al nostro fianco, rassicurante sostegno per le nostre, forse eccessive, apprensioni.
Qualche giorno fa abbiamo ritrovato e rivisto un video di quando eravamo in seconda… anche così vogliamo ricordarla, ricordare i momenti allegri che abbiamo passato con lei, formando spontaneamente il cerchio al quale lei partecipava con gioia e col sorriso che rallegrava tutti. Era un’unione bella e significativa che avveniva tra noi grazie alla sua insostituibile presenza.
Ci auguriamo di ritrovarci qui, l’anno prossimo, per raccontarle come sono andati gli esami e per confrontare le prime impressioni dell’università, il nostro “nuovo mondo”.
La salutiamo con tanto affetto.

I suoi alunni della 5^BLG, Giulia Norbiato e Silvia Dalle Rive (4BLG)

Riportiamo qui alcuni testi letti in occasione della sua scomparsa, il 21 maggio 2008.

 

A Maria Pia

Tutti noi del Liceo Quadri, dal preside ai colleghi docenti, dagli studenti e le loro famiglie al personale dell’Istituto, siamo rimasti profondamente addolorati e commossi per la scomparsa della prof.ssa Maria Pia Cimmino. Siamo venuti per rivolgerle l’ultimo saluto. Vorremmo dare testimonianza della nostra stima e del nostro affetto per Maria Pia, del sentimento di sincera amicizia che ci univa; vorremmo esprimere, se possibile, il sentimento del nostro dolore e partecipare al cordoglio della sua famiglia, alla quale vogliamo unirci in una abbraccio di solidarietà, nel comune rimpianto per la scomparsa di una persona tanto cara.
Vorremmo comunicare tutto questo.
A questo mio breve intervento, che vuole essere il segno della presenza dell’intero istituto, seguiranno poi le testimonianze di alcuni colleghi, che esprimeranno il loro pensiero o reciteranno una poesia. Ci sarà anche la testimonianza della stima che per lei nutrivano i suoi studenti, delle classi di quest’anno e delle quinte dell’anno scorso. Ci sarà spazio anche per un canto e per la voce del nostro coro. Così vogliamo dare un segno della nostra presenza ed esprimere il nostro affetto per Maria Pia, anche se ci rendiamo conto di quanto le parole siano inadeguate ai sentimenti di commozione, di tristezza, di incredulità che avvertiamo nel nostro animo per quello che è accaduto in così breve tempo, così in fretta…
Quasi non abbiamo avuto ancora il tempo per rendercene conto.
Eravamo al corrente della malattia di Maria Pia. Negli ultimi giorni ci era giunta notizia che le sue condizioni si erano bruscamente aggravate e che la malattia ormai non lasciava più speranze, ma ciò non è bastato per prepararci ad affrontare questo duro e doloroso momento del distacco da lei. Siamo rimasti attoniti di fronte a quanto le stava succedendo, al repentino peggioramento delle sue condizioni, così come fin dall’inizio fummo stupiti e increduli alla notizia della sua malattia. Lei stessa, con grande sincerità, ce lo rivelò, alla ripresa della scuola, nello scorso mese di settembre. E la sua sincerità nel descriverci la sua terribile situazione, la capacità che ebbe di accettare ed affrontare una realtà così dolorosa e drammatica ci resero ancor più sgomenti, quasi come se non fosse possibile allora un evento del genere.
Abbiamo accompagnato Maria Pia nel suo cammino di sofferenza e di speranza. L’abbiamo rivista a scuola, dove è venuta a trovarci quando le sue condizioni glielo consentivano. E noi eravamo felici di rivederla. Ci sembrava la Maria Pia di sempre, quella di prima. La sua vivacità, il suo sorriso erano quelli consueti, quelli che ci aveva abituato ad ammirare in lei, che qualche volta le invidiavamo. La sua allegria, il suo buon umore … ci sembrava che la malattia non fosse riuscita a scalfire la sua resistenza, a piegare il suo coraggio.
Penso che anche lei ci abbia voluto bene. Il Quadri era la sua scuola. Nell’ormai lontano a.s. ’86/’87 proprio al Quadri aveva fatto il suo esordio come docente per una supplenza breve di pochi giorni. Fu quella la sua prima esperienza di insegnamento e di questo siamo ora particolarmente orgogliosi. Nella nostra scuola tornò poi successivamente per un’altra supplenza, questa volta annuale, nell’a s. ‘95/’96. Al Quadri poi sostenne il concorso abilitante e al Quadri tornò come docente di ruolo. Vi è rimasta per 6 anni, dal 2002. Con noi ha condiviso esperienze importanti, progetti, sperimentazioni, innovazioni della didattica, sempre con entusiasmo, con grande competenza e professionalità, con la voglia di fare di un’insegnante profondamente convinta del valore culturale, educativo e sociale della sua professione. Questo sapeva trasmettere intorno a sè, erano questi gli atteggiamenti che delineavano anche lo stile del suo proporsi in classe, del suo modo di insegnare. Anche con i suoi studenti c’era spazio per una battuta divertente, il suo brio e la sua spontaneità rendevano vivaci e coinvolgenti le sue lezioni. E gli studenti ben sanno quanto siano apprezzate queste qualità. Erano le qualità che la distinguevano e che hanno fatto di lei un’insegnante ammirata e stimata ed ora rimpianta con nostalgia e con affetto.
Cara Maria Pia, vogliamo ricordanti sorridente e luminosa come ti abbiamo visto l’ultima volta, poche settimane fa, nella nostra scuola. La tua immagine resterà con noi, ci accompagnerà nel nostro lavoro, nel nostro stare insieme di tutti i giorni. Sei stata una di noi e continuerai ad esserlo. Questo desidero dirti a nome di tutti, con parole che anche i tuoi amici e i tuoi colleghi mi hanno aiutato a mettere insieme, anche se ora, il silenzio, più che le parole, si addice al grande vuoto che la tua scomparsa ci ha lasciato.
Renzo Davi

Tu guerriera

(In memoria di Maria Pia)

L’angoscia sale in noi, ma a tratti,
nei giorni in cui indomita affronti
la tua implacabile sorte…Sì,
l’angoscia sale a tratti, e scava, ma
è presto respinta dal pensiero di te,
che conforti ogni altrui sgomento.

Da un indizio di te, che da leonessa
ti batti, e mai lasci che si smorzino
i nostri sorrisi, che così in fretta
riaccendi, se solo sfoderi il tuo,
e, coi tuoi motti, ci lasci senza fiato.

Tu, nostra piccola grande guerriera,
tu, che hai lottato anche per noi,
tu, per noi, non scompari…
Tu, che hai seminato tanto, tu,
tu per noi ci sei…Si ché il dolore
non adombra la tua traccia.
Giovanna Viola

Maria Pia
Ora nel cuore scenderà un ricordo prezioso, fra i più preziosi che vi sono accolti. Ricorderò di essere diventata un’amica di Maria Pia. Eravamo colleghe, prima: di lei avevo notato il fare della giovinezza, lo slancio, la simpatia, la combattività, le vesti colorate e il passo fiero e allegro. Le cose sono cambiate quest’anno, ci siamo conosciute e l’una ha avuto cura dell’altra. Il tempo non ha permesso che la nostra amicizia diventasse lunga condivisione di esperienze, di momenti della vita che si aspettano e si trascorrono insieme e poi si ripercorrono, diventano eredità che unisce, profondamente. Una strada fatta insieme, negli anni, e di una persona conosciamo le parole che dirà, lo sguardo che ci risponderà. Questa su cui abbiamo camminato insieme è stata di pochi passi: ma ho conosciuto intensamente qualcosa di Maria Pia, e solo questo, immediatamente, mi ha dato agli occhi e al cuore la gioia di riconoscere una persona bella: Maria Pia era capace di voler bene e mi ha voluto bene. Questa è stata una certezza da sempre per i suoi genitori, per Stefano, per la sua famiglia e i suoi vecchi amici, ma per me tutto è accaduto negli ultimi mesi e se rimpiango un tempo di amicizia così breve, so che comunque, rimarrà con me, intenso, e mi rivedrò Maria Pia vicino, come in tanti momenti preziosi di quest’anno. E’ un conforto che non può estinguere l’immensità del dolore di adesso, ma lo lenisce un po’, è una mano che ancora lei  porge a tutti. Vorrei saper dire con parole più adeguate cosa significasse stare vicino a Maria Pia e accorgersi che sapeva voler bene, che i suoi pensieri erano per chi le stava accanto anche quando avrebbe dovuto riservarli a sé, ma è difficile: erano gli sguardi dei suoi grandi occhi verdi che ascoltavano, parole generose, ragionamenti schietti, il suo arrabbiarsi vivo, sincero, le battute. Una capacità grande, quella di saper voler bene,  che poi inspiegabilmente volge a sé, cattura e si fa trasmettere. Per questo rende straordinariamente belle le persone e per me Maria Pia è una bella persona. Ha voluto bene alla vita e ha combattuto per trattenerla come sapeva fare lei, meritando di vincere, ha saputo voler bene a coloro che ha incontrato, ai suoi studenti che non hanno potuto non amarla e cercarla senza rassegnarsi, aspettarla, lei, delicata e ferma. Per questo è riuscita così bene anche nel suo lavoro, perché ha dato l’affetto del suo cuore giovane e non solo le parole consuete. E allora io vorrei ricordare quest’anno come un anno prezioso, ricco del bene che mi lascia Maria Pia, che riesce a confortarmi per lo strazio che ha patito e che vorrei che fosse una carezza indelebile sul volto dei suoi cari.
Marina Fabbro

Per lei

Per lei che rallegrava tutte le nostre lezioni con la sua vitalità,
per lei che ogni parola la prendeva come spunto per una divagazione interessante,
per lei che ci ha fatto sudare su quello strano metodo Oerberg,
per lei che non lasciava passare una lezione senza una battuta,
per lei che l’ottimismo lo trasmetteva,
per lei che passava decine di minuti a tranquillizzare gli “ansiosi cronici” interrogati,
per lei che poche settimane fa era in aula professori attiva come sempre,
per lei che scherzava dicendo che insegnava perché non aveva trovato un lavoro migliore,
per lei che ci ha fatto aprire gli occhi dopo le medie,
per lei che si arrabbiava quando tornavamo in ritardo dopo educazione fisica carichi di lattine di tè,
per lei che diceva che voleva fare l’attrice,
per lei che non voleva essere soltanto un’insegnante di latino,e ci è riuscita benissimo,
per lei che non abbiamo potuto conoscere abbastanza,
per lei che il sorriso non l’ha mai perso,
per lei che semplicemente non morirà mai, perché sarà sempre viva nei nostri cuori…
Perché anche quando, tra parecchi anni, il ricordo della sua immagine sarà sbiadito dentro di noi, come una foto consumata dal tempo, sapremo sempre che quel ricordo nasconde qualcosa che è molto di più, un anno indelebile di insegnamenti e risate, un anno che ci ha visti crescere più di quanto non possiamo immaginare.
È per questo, e per tanto altro, che non possiamo che dirle

GRAZIE PROF!!
…ci mancherà…
 la 2°BLG

Chi era Maria Pia Cimmino?
Chi era Maria Pia Cimmino? Il suo carattere si potrebbe definire con qualche parola: vitalità, entusiasmo, disponibilità, autenticità, allegria, grinta e molto altro….
Sicuramente ve la ricorderete: girava per i corridoi con la sua inseparabile tracolla, piccolina nonostante i tacchi, vestita dei colori più disparati, sempre con il sorriso sul volto…
Per questi motivi, e per molti altri, per noi non è stata solo una prof, ma un punto di riferimento dal nostro arrivo al Quadri.
Vogliamo riportare la lettera che ha potuto leggere qualche mese fa; perché la sentiamo ancora qui con noi e non riusciamo ad esprimere definitive parole di commiato.

Cara prof,
dopo quasi quattro anni che scriviamo pensando: ”questo lo leggerà la prof, aspetta che scrivo decentemente” è così… strano… vedere come ora ci stiamo indirizzando proprio a lei, come se il titolo del compito fosse: <Scrivi una lettera alla prof>…ma quale compito?! E’ forse un lavoro forzato questo?! No…
Finalmente non c’è stato nessuno che ci ha detto cosa fare, molto semplicemente, è una cosa che vogliamo noi, una nostra iniziativa.
Tutto nasce dal desiderio che abbiamo di essere con lei, ma siccome ciò non è fisicamente possibile (non ancora!), ecco che ci armiamo nuovamente di carta e penna e, questa volta, ceste titoli, le regole di grammatica, i pensieri non comprensibili e i temi da sviluppare! Siamo noi, noi 19, che parliamo a lei…proprio come se fosse di fronte a noi…. e sappiamo quanto il nostro dialogo sia speciale, privo di formalità, aperto a tutto.
Speriamo proprio che ora non le sembri di parlare con i muri come quando (pochissime volte!) era in classe l’anno scorso!
Però, bisogna ammetterlo, l’idea di scrivere una lettera un po’ intimorisce perché non abbiamo la più pallida idea di cosa buttar giù. Non sono certo i pensieri a mancare e nel nostro silenzio, per una volta, ci sentiamo uniti; forse non riusciamo ad esprimerci e ad aprirci tra di noi, ma è sufficiente anche solo nominarla in classe perché 19 persone si sentano parte di un legame che solo loro possono comprendere; non siamo più dei singoli e in quell’istante sappiamo esattamente a chi è rivolto il pensiero di ciascuno. Ed ognuno lo vede: non siamo 19, siamo 20. Lei è sempre lì, con noi.
Se “essere classe” significa rispettarsi, aiutarsi, crescere assieme, condividere gioie e dolori scolastici e non, lei professoressa, lei occupa il primo posto della 4BLg, ma conoscendola crediamo che le piaccia di più stare nei banchi centrali, in modo da averci tutti vicini e non lasciare che nessuno si allontani e poterlo richiamare se nota che sta prendendo la decisione sbagliata.
Una di noi, una per noi, una con noi.
Gli alunni della 4BLG

La morte non è niente

Abbiamo trascorso solo un anno insieme, ma il tuo ricordo, il tuo sorriso, la tua forza vivranno in noi per sempre.

“La morte non è niente. Non conta. Io me ne sono solo andata nella stanza accanto. Non è successo nulla. Tutto resta esattamente com’ era. Chiamatemi con il mio vecchio nome. Parlate di me con la felicità che avete sempre usato. Non cambiate il tono della vostra voce. Non assumete un’aria forzata di solennità o di dolore.
Ridete come abbiamo sempre riso degli scherzi che facevamo insieme. Sorridete e pensate a me. Fate che il mio nome rimanga per sempre quella parola familiare che è stata. Pronunciatelo senza sforzo, senza che diventi l’ombra di un fantasma. La vita significa ciò che ha sempre significato. E’ la stessa che è sempre stata. C’è continuità assoluta, ininterrotta. Perché dovrei essere lontana dal vostro cuore dal momento che non sono con voi? Vi sto soltanto aspettando da qualche parte, molto vicino.”

Non ti dimenticheremo mai. Grazie di tutto.

Chiara Cavarretta    4 CI

Il “Quadri” si ferma per ricordare Maria Pia Cimmino

“Ha combattuto fino all’ultimo la malattia con coraggio e determinazione. Doti che le appartenevano fin da ragazza, quando, liceale, alla fine degli anni Settanta frequentava il classico Pigafetta, sezione B.
Era fatta così, Maria Pia Cimmino, carattere di ferro, forza d’animo e una buona dose di ironia che è riuscita a conservare anche nei momenti più drammatici, quelli in cui ha dovuto guardare in faccia un male terribile che l’ha strappata troppo presto alla vita e a quanti le volevano bene: la famiglia, i fratelli, gli amici ma anche i colleghi e i tantissimi studenti che al liceo scientifico Quadri hanno avuto la fortuna di averla come insegnante di lettere e che oggi la piangono, ricordandola come una professoressa disponibile al dialogo, disposta ad ascoltare e capire. Tanto che domani mattina, giorno dei funerali che alle 10.45 verranno celebrati in forma laica a Villa Imperiali Lampertico, alunni, docenti, personale tutto del liceo saranno accanto a lei per darle un ultimo commosso saluto.
«Sugli studenti – ricorda Giuliana Gottin, insegnante del Quadri e collega di Maria Pia – la professoressa Cimmino ha riversato a piene mani non solo il suo affetto, ma anche la sua capacità di comprendere, la sua grande sensibilità e il suo equilibrio».
È stato anche «per poter tornare tra i ragazzi – prosegue la docente – che ha affrontato il male che l’ha colpita con grinta e coraggio, sempre con il sorriso sulle labbra e una battuta rassicurante per tutti».
«Sapeva comunicare agli studenti passione ed entusiasmo – aggiunge la collega Marilisa Munari – sapeva entrare nel cuore dei giovani con la forza dell’autenticità e la coerenza della professionalità». E poi aggiunge, con ammirazione e commozione: «Insegnante capace e preparata, aveva un feeling straordinario con le classi e pur lavorando con rigore e severità era molto amata per la carica di umanità che trasmetteva».
A testimoniarlo, domani nella cerimonia di estremo commiato, saranno, oltre ai colleghi e al preside del Quadri, centinaia di studenti. Ai quali resta forse l’eredità più preziosa: quella di aver avuto accanto, negli anni importanti della formazione, un’insegnante sensibile, colta, attenta alle innovazioni e innamorata dei suoi ragazzi.”

Anna Madron, Il Giornale di Vicenza, 20 maggio 2008